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Donato Cremonesi

Un metro di felicità. La mia personale teoria su come essere felici. Sempre!

Un metro di felicità.

Questo articolo è dedicato al mio percorso personale, che mi ha portato ad una scoperta, fantastica.

Vera o falsa che sia, giusta o sbagliata che sia, è una visione della vita che mi ha consentito, da quando ho iniziato a comprenderla ed abbracciarla, di affrontare la quotidianità in modo totalmente differente.

Ora, grazie a questa formula, posso andare oltre ad ogni situazione. Questo non vuol dire che non soffro più, che non provo tristezza e che vivo ogni momento in uno stato di assoluta felicità.

No.. assolutamente.

Ma un metro di felicità mi permette di avere una visione differente della vita, di avere uno strumento, un metodo, un pensiero per affrontare ogni singola situazione, perchè ogni cosa che avviene, avviene per un motivo più grande.

Ma ora vediamo tutto nel dettaglio.

Come prima cosa è fondamentale munirsi di un metro.

Va benissimo quello da sarto che si arrotola, ma decisamente meglio quello da muratore.

Aprilo su un piano, quello che preferisci.

Bene… prova ad osservarlo.

E’ sostanzialmente un piccolo spazio, un metro è veramente poca roba.

Ogni giorno siamo abituati a fare centinaia, migliaia di metri. Alcuni fanno centinaia di chilometri tutti i giorni.

Che cosa vuoi che sia un metro?

Ok ora proviamo a guardarlo più attentamente.

Scopriremo così i decimetri, poi i singoli centimetri.

Bene guarda con ancora più attenzione e scoprirai quelle minuscole tacche insignificanti, piccolissime.

Quelli sono i millimetri e come dice la parola stessa in un metro ce ne sono ben 1.000

Bene, quella è la nostra vita.

Quel singolo millimetro rappresenta ogni singola vita che passiamo sulla terra.

Wow vero, stranissima sensazione.

Ora il metro acquisisce un significato ed un’importanza totalmente differente. Ci permette di dare un valore concreto ad ogni singola vita all’interno di una visione più globale.

Ora, ci tengo a precisare, che tutto questo non ha nulla a che fare con la religione.

Ognuno ha una propria religione, il proprio credo.

Puoi provare ad utilizzare questa formula banale, del metro di felicità, nel momento in cui hai bisogno di un punto di vista differente.

Senza scendere nello specifico, credo che tutte le religioni parlino di un “qualcosa” che troviamo dopo la morte. Quindi, tutto sommato, questa teoria non è così così sballata.

Diciamo che a livello personale credo nelle 1.000 vite… Sino ad oggi non ho mai avuto modo di contarle, quindi non so a quale punto del mio metro personale mi trovo, ma poco importa.

Ora vediamo perché questa visione ci può aiutare.

La mia personale visione della vita mi porta a pensare e “credere” che Dio è dentro ognuno di noi.

Tant’è che lo stesso cristianesimo dice che noi siamo figli di Dio, quindi per la stessa logica che un figlio di un bergamasco è un bergamasco, il figlio di un divino è divino.

Quando veniamo al mondo siamo, chiaramente, imperfetti. Dobbiamo fare un lungo viaggio che ci porta alla beatitudine, che ci porta a “tendere al divino”.

Tante persone lo fanno in un numero limitato di vite, hanno un percorso più veloce, sono anche definiti santi o beati, altre necessitano di più vite, cioè di più esperienze.

Per capire meglio questa teoria è fondamentale introdurre un secondo punto.

Ogni persona che entra nella nostra vita, lo fa per aiutarci.

Tutte, indistintamente, anche quelle che ci fanno del male.

Mi sembra di sentire già il giramento di scatole che questa affermazione sta suscitando in qualcuno di voi.

Ma prenditi ancora un poco di tempo per capire… perché….

Partiamo dal presupposto che la vita è un susseguirsi di gradini che dobbiamo facilmente o faticosamente compiere.

Ogni gradino è un’esperienza, un passo verso il  “divino”.

Le esperienze più dure, quelle più difficili, quelle che ci fanno soffrire, sono anche quelle che ci fanno crescere maggiormente.

Tant’è che nelle religioni la santità e la beatitudine la si conquista con la sofferenza ed il superamento di molte prove.

Ora analizziamo il tutto dal punto di vista oggettivo. Cerchiamo di non farci trascinare dal rancore o dalla rabbia pensando ad alcune cose che ci sono accadute nel passato.

Ti faccio un esempio pratico.

Nella mia vita lavorativa, ho incontrato persone che mi hanno fatto molti torti. Chi mi ha “rubato” un cliente approfittando della mia fiducia. Chi è scappato senza pagare le fatture etc..

Bene fino a poco tempo fa, se mi chiedevi di queste persone, mi saliva una carogna infinita.

Oggi le ringrazio.

Perché ognuno di loro mi ha fatto capire tante cose. Mi ha dato l’opportunità di guardare dentro me stesso e capire dove avevo sbagliato.

Ogni avvenimento che ci accade, accade perché ci è utile per capire qualcosa.

E se scaviamo dentro noi stessi, sappiamo perfettamente che è così.

Purtroppo anche quelli tragici.

A questo concetto, ne va aggiunto un altro, che semplifica e ci fa capire in modo più approfondito il disegno che abbiamo appena tracciato sulla tela della nostra vita.

Togliere il giudizio.

Siamo portati a giudicare tutto e tutti. In modo più o meno cattivo.

Ora se togliamo il giudizio verso le persone e quello che fanno, impariamo a guardarle dal punto di vista oggettivo.

Se una persona non ti risponde al telefono perché non ne ha voglia, non è stronza. Semplicemente non ha voglia di risponderti al telefono.

Questo forse è uno degli esempi più banali.

Aggiungiamo un ultimo aspetto, poi mixiamo tutto ed arriviamo alla conclusione finale.

Partendo dal presupposto che ognuno di noi ha mille vite, ognuno di noi ha fatto ogni tipo di esperienza in queste mille vite. Proprio perché aveva la necessità di evolversi.

E scopriamo che ognuno di noi è stato un assassino e un assassinato. Un violentatore ed un violentato. Un ladro ed un derubato. Se non lo siamo stati nel passato, lo saremo sicuramente in futuro.

Questo avviene semplicemente perché nel mondo, quanto meno quello che conosciamo, esiste il bianco ed il nero. Il bene ed il male. Non esistono le persone esclusivamente buone, perché ognuno di noi ha una componente di cattiveria. E’ una questione di equilibri.

Esiste il giorno perché esiste la notte. Esiste la luce perché esiste il buio.

Questi sono tutti fatti oggettivi.

Siamo arrivati al punto conclusivo.

Se guardiamo ogni persona che incontriamo, anche quella che ci fa del male, che ci ruba il compagno, che ci tradisce, che ci picchia o ruba dei soldi, ed immaginiamo che in questo momento, lei sta agendo al meglio delle sue possibilità e che sta facendo la sua esperienza di vita per raggiungere il divino, se togliamo il giudizio nell’interpretazione del suo gesto, allora avremo la capacità di capirla.

Chiaramente, questo non vuol dire che le persone non debbano essere arrestate per le loro malefatte.

Ora pensiamo che la vita che stiamo per compiere è una piccola tacca sul metro.

Che anche noi in una delle precedenti vite, probabilmente, siamo stati delle cattive persone. Tutto diventa più semplice.

Capisci che quello che stai vivendo in questo momento, è un frammento infinitesimamente piccolo del tutto.

Questo pensiero cerco di portarlo in ogni giorno, ora e minuto della mia vita.

Certo non è semplice.

Alcune volte è veramente dura non incazzarsi o addolorarsi.

Ma alla sera ripenso alla mia giornata e….. tutto diventa magnificamente bello.

Ultima breve riflessione.

Siamo fatti di energia.

Il mondo è fatto di energia

I soldi sono fatti di energia.

Non ha senso prendersela è sufficiente viverla pensando alla legge Buddista di Causa ed Effetto

“Raccogli ciò che semini. Ciò che mettiamo nell’universo è ciò che ci torna indietro“.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Questo un buon presupposto per inculcarci , nelle difficoltà quotidiane, un approccio a sminuire le tensioni di qualsiasi tipo per ritornare ad uno stato di tranquillità e sicurezza propria. Grazie Donato.

    1. Ciao Walter, scusa la tardiva risposta. Devo essere onesto non l’ho capito appieno…. ma a prescindere ti ringrazio della conhdivisione.
      Un caro abbraccio.
      Donato

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